CORRADO TAGLIATI
Corrado Tagliati (Castelnovo ne’ Monti, 1940) dimostra quanto siano importanti, nell’opera di un artista, la cultura e l’assoluta padronanza delle tecniche. Tagliati è un pittore che conosce profondamente la storia dell’arte, ed è venuto scegliendo nel tempo di guardare alle esperienze che più ha sentito affini alla propria “educazione sentimentale”: Klee, Licini, Morandi, Nicholson, Fautrier, De Staël, Music, Bissier, Gorky, Rothko. Questi riferimenti sono espressione di una cultura “alta”, che, assieme alla progressiva conquista di una abilità tecnica che conosce ogni sottigliezza e sfumatura del dipinto a olio, del pastello, dell’acquerello, gli hanno permesso di partire dalla visione della natura (in primis, i suoi paesaggi della montagna) per distillare visioni in cui i segni, le forme, i toni, le vibrazioni luminose sono tutti tenuti e combinati entro un registro calibrato e affascinante, capace di evocare sentimenti che riaffiorano da memorie perdute, e fantasie che possono svolgersi solo nell’aria rarefatta e silente delle sue creazioni. Più noto all’estero (dove ha tenuto varie mostre personali e di gruppo) che da noi, il riconoscimento della vicenda artistica di Corrado Tagliati si presta a varie considerazioni: non tanto la talvolta abusata spiegazione secondo cui nemo propheta in patria, ma piuttosto la persistente, diffusa incapacità di vedere ciò che davvero conta e che è destinato a restare, e a restituire e suscitare nella visione, giorno dopo giorno, nuove sensazioni e pensieri, al di là delle luci abbaglianti e dei clamori assordanti che circondano opere celebrate e ormai considerate meri prodotti di speculazione finanziaria – e, come tali, soggetti alle inesorabili leggi di possibili cadute e crolli.